Casa Sankara

Chi siamo

Ghetto Out-Casa Sankara è una organizzazione di volontariato (iscritta nel Registro Generale delle OdV con il N. identificativo 468 Codice CIFRA: 146/DIR/2021/00468) che si è costituita il 14 gennaio 2016 per continuare il lavoro già avviato sin dal 2012 in modo informale da un gruppo di migranti africani, impegnati nella creazione di una realtà alternativa al ghetto dove poter vivere e progettare un percorso legale e dignitoso di inserimento economico e sociale.

Abbiamo da diversi anni in gestione l’azienda agricola Fortore, sita in agro di San Severo, in concessione da parte della Regione Puglia, in cui negli anni abbiamo accolto centinaia e centinaia di migranti. Sin da subito abbiamo voluto chiamare questo luogo Casa Sankara e poi dal 2018 lo abbiamo ridenominato “Casa Sankara-Centro Stefano Fumaruolo” in omaggio a colui che più di tutti ha creduto in noi e ci ha sostenuti fino all’ultimo giorno di vita. Oggi la nostra struttura è dotata di una foresteria, completata nel 2019, che ospita più di 400 persone.

E’ iscritta alla prima sezione del Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività a favore degli immigrati, ai sensi dell’articolo 54 del Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, con il numero di iscrizione A/1222/2021/FG (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione)

Realizziamo progetti in partenariato con le istituzioni e gli enti territoriali preposti alla tutela dei diritti dei lavoratori, nonché dei diritti alla cura e alla salute. Siamo inoltre attivi in diversi progetti a carattere socio-culturale, finalizzati a realizzare scambio e contaminazione culturale e realizzare una maggiore conoscenza degli ospiti della nostra struttura.

All’ingresso della struttura campeggia un grande murales con il ritratto di Thomas Sankara del quale abbiamo adottato una delle sue tante frasi celebri pronunciate nel suo impegno per l’emancipazione dell’Africa e degli africani: “Lo schiavo che non prende la decisione di lottare per liberarsi merita completamente le sue catene”.